Genova, Castello D'Albertis, dal 9 ottobre 2004 al 27 febbraio 2005.

“Io sono Bororo” è stata la prima mostra dialogica in Italia, volta a illustrare la cultura di questo popolo indio a fronte dei cambiamenti introdotti dal contatto con i bianchi a partire dagli inizi del 900: la loro capacità di adattamento, difesa e rinnovamento alla luce dell'esperienza della aldeia di Meruri, che negli ultimi decenni ha visto una progressiva ricostruzione degli antichi costumi che erano stati cancellati dai missionari.
Una prima sala offre un incontro con il popolo bororo: nel pavimento è schematizzato lo schema clanico del villaggio mentre alcuni video riportano le dichiarazioni degli abitanti sulla propria cultura.

Segue una grande vetrina che ripropone gli oggetti della cultura tradizionale cui segue un'esposizione con le innovazione portare dai bianchi.

Per chiudere la nuova produzione di oggetti e le pratiche rituali del Centro di Meruri.

In omaggio alla tradizione orale e alla riconosciuta tensione artistica di questo popolo, gli oggetti in mostra sono illustrati da disegni, mentre un libretto offre dello stesso oggetto una spiegazione scientifica di stampo occidentale e una indigena.

A cura di Maria Camilla De Palma, con la collaborazione di Silvia Forni, Elisabetta Gatto e Andrea Perin

 

Andrea Perin, Storia dell’allestimento, in M.C. De Palma (a cura di), Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e “futebol”, Silvana Ed., Milano 2004, pp. 94-101

Andrea Perin, Gli oggetti in mostra tra archeologia ed etnografia. Considerazioni sulla mostra “Io Sono Bororo”, in AA.VV., Archeologia & Intercultura, Vannini, Brescia 2011